A sette anni dall’ultima sua pubblicazione “The Traveller”, Baaba Maal ritorna con “Being”, un disco ritmicamente potente e liricamente premuroso, una delle uscite più emozionanti della sua lunga discografia.
A 70 anni Maal sembra un uomo sulla quarantina. È invecchiato incredibilmente bene. Così come la sua musica. Dal 1989, album dopo album, ne ha pubblicato una ventina, una quindicina come solista e una manciata in collaborazione. Quasi tutti i suoi dischi non solo si basano sulle sue radici senegalesi, ma aggiungono suoni e vibrazioni occidentali, creando così un sound totalmente personale.
In questo “Being” Maal ci offre un qualcosa in più, che supera le sue uscite precedenti. La voce di Maal è sublime e le melodie sono ipnotiche. Si alzano e cadono con grazia, ma sono anche in grado di ruggire quando necessario. Le armonie sono squisite e, abbinate alla voce di Maal, diventano un bene prezioso che fanno il suo marchio di fabbrica.
Being è un’esplorazione delle radici africane di Maal in Senegal. Il disco attraversa i generi a lui consoni, mettendo in evidenza gli strumenti africani tradizionali insieme a suoni elettronici futuristici. Being mette in evidenza le problematiche di un mondo che cambia e si modernizza sottolineando soprattutto il cambiamento climatico che minaccia il suo territorio, la sua gente, il suo vivere.
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