Quarto album per questi “Orsi grigi”, giovane band americana attiva dal 2004.

Dopo “Veckatimest”, uscito nel 2009, album che ha avuto notevole successo di critica e di pubblico, i Grizzly si sono presi una pausa, un periodo non proprio di riposo visto che, nel frattempo, hanno avuto esperienze personali, “momenti” utili per capire cosa fare del proprio futuro o meglio cosa fare dei Grizzly Bear. Il risultato è questo Shields, una costola del precedente “Veckatimest”, meno incisivo, ma più equilibrato.

Dieci sono i brani presenti; scritti, suonati e cantati da tutti e quattro i musicisti del gruppo. Le sonorità si aggirano in territori indie-folk (come i precedenti) con qualche strizzatina d’occhio alla psichedelia e soprattutto al pop, senza però guastare.

I brani registrati in presa diretta dimostrano una raggiunta maturità stilistica e sonora. Abbandonato un certo “sperimentalismo” presente nei dischi precedenti, l’ascolto risulta assai piacevole senza sconfinare nell’”easy” e, pur mantenendosi su atmosfere “leggere”, il disco è ricco di melodia e di buoni spunti sonori. Shields è sicuramente la dimostrazione di un cambiamento avvenuto nei Grizzly, il disco è più solare, più diretto e maturo.

Credo che il i Grizzly Bear avranno ancora molto da dire sempre che il “pop” non gli da troppo alla testa e si facciano mangiare dal “music business”. Insomma possono riservarci ancora buone cose.

via | https://artesuono.blogspot.it

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