A tre anni di distanza da “The Boxer” è uscito “Hight Violet”, quinto disco dei The National, band originaria di Cincinnati.
Il disco pur senza particolari originalità è senz’altro tra i più ascoltabili di questo ultimo periodo.
La particolarità del suono “The National” è la bella voce baritonale di Matt Berninger che attraverso il suo modo di cantare ha creato un marchio di forza appiccicato al gruppo.
“High Violet” è un disco molto piacevole, e volendo inquadrarlo in qualche stile sonoro, per quanto non sia facile, nel loro sound riecheggia un misto di New wave con qualche spruzzatina di folk il tutto innaffiato da un buonissimo easy-rock.
Tutte le undici canzoni del disco sono di buona fattura, non ci sono quindi momenti di “stanca” e l’album si fa ascoltare dall’inizio alla fine.
Ascoltandolo e riascoltandolo molte volte e in situazioni diverse, la cosa che si evidenzia è la peculiarità del suono che sembra appartenere effettivamente alla realtà del momento. Notturni e per certi versi introspettivi sono la colonna sonora che accompagnano i giorni nostri.
Nei poco più di quarantacinque minuti di “High Violet” l’aria che si respira non è certamente di rivoluzione musicale anzi, qui si parla di conservazione musicale più che altro. Le loro canzoni sono lo specchio dei tempi che viviamo, appartengono al sociale odierno, come dire: così è.
Il fatto è che, pur senza grande originalità, i brani che creano gli sanno fare bene, eccome, e alla fine musicalmente parlando questo fa la differenza. Il disco è superbo, il suono è affascinante, e ascolto dopo ascolto entra nell’epidermide, scaturendo sensazioni e vibrazioni profonde. Bravo e bravi.
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