Dopo il non troppo brillante Valtari, album in certi momenti soporifero, i Sigur Ròs ritornano con una veste rinnovata e questa volta convincono.
Kveikur, il settimo album in studio della band islandese attiva dal 1994, si muove su strade più dinamiche ed effervescenti, evidenziando subito la diversità dai lavori precedenti, infatti, Kveikur è forse l’album più avventuroso dei Sigur Rós e può davvero essere visto come un nuovo inizio per la band. Kveikur è un album coraggioso con suoni a volte aggressivi, a volte dolci malinconici, ma che, in entrambi i casi, fa respirare un’aria di innovazione. Questo è da attribuirsi soprattutto alla partenza del membro fondatore Kjartan Sveinsson, il tastierista e polistrumentista di formazione classica che ha “fornito” quel suono particolarmente concentrato e profondo che gli ha finora caratterizzati. E’ difficile comprendere dove porti questo “spostamento” repentino, capire quindi quale direzione intraprenderanno, visto che, tante idee diverse, elaborate in così poco tempo, possono lasciare spaesati. Quello che conta comunque è che l’album si fa ascoltare, le nove composizioni del disco lasciano poco spazio alla monotonia e sono invece un susseguirsi di variazioni umorali. Dopo alcuni ascolti il giudizio e sicuramente più che positivo. I Sigur sembrano usciti dalla loro “gabbia” sonora che per certi aspetti li stava racchiudendo senza via d’uscita, ora è importante che chiariscano quale percorso artistico coltivare e su quello lavorare senza farsi prendere dai tentacoli del music-business.
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