Come già in parte è avvenuto con Mr. Love and Justice, anche in Tooth and Nai, Billy Bragg abbandona il suo “essere” cantautore militante politico e sociale in favore di un suono e quindi di un risultato molto più riflessivo e intimo.

E’ evidente che in questi cinque anni di silenzio ha maturato esperienze personali, uno sguardo, un vissuto e un riequilibrio interiore che probabilmente negli anni passati aveva lasciato in stand-by.

Una sfera “bragghiana” mi si passi il termine, non nuova quindi ma sicuramente più profonda e matura. Lo si sente subito fin dai primi brani a cominciare dalla voce che, come non mai, raggiunge vertici di espressione notevoli.

Metà delle dodici canzoni sono musicalmente di ottimo livello, grazie alla poesia e ad un suono chiaro; sono tutte costruite su un’armonia dolce ed estremamente espressiva. Le restanti sono ascoltabili senza aggiungere e raggiungere nulla di particolarmente nuovo ed emozionante al Bragg che conosciamo.

E’ un racconto solitario “Tooth & Nail”, un’espressione che avvolge in punta di piedi senza colpo ferire: cullando dolcemente gli strumenti, lasciando che l’armonia venga da sola, sospinta unicamente dalla voce, grande saggia maestra.

Ancora una volta un disco che mostra palesemente lo sforzo di volersi ritagliare uno spazio di immagini interiori, luminose o scure. Una descrizione “testuale/sonora” della personalità, dell’umanità indicata da un semplice sorriso. Una comunicazione vera, mai banale.

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