“In tutte le cose c’è un ritmo che è parte del nostro universo. Ha simmetria, eleganza e grazia: le qualità in cui si coglie il vero artista. E’ il ritmo delle stagioni, il modo in cui la sabbia modella una cresta, sono i rovi e il profilo delle foglie. Noi crediamo di copiare questi disegni, di trasferirli nelle nostre vite e nella nostra società, di farne rivivere il ritmo, la danza che ci riconfortano. E tuttavia, un pericolo si nasconde nella perfezione finale. E’ chiaro che lo schema ultimo contiene la sua fissità. In questa perfezione ogni cosa procede verso la morte”. (da “Dune” di Frank Herbert)
Il nome del gruppo “Atoms For Peace” è preso da uno dei brani presenti in “The Eraser”, primo disco solista di Thom Yorke pubblicato nel 2006. “Amok” prima incisione degli Atoms è per meglio dire, il secondo disco solista del leader dei Radiohead.
Va detto innanzitutto che questo gruppo è formato, oltre al sopradetto Thom York, da Flea, bassista dei Red Hot Chili Peppers, da Nigel Godrich, produttore discografico considerato il sesto membro dei Radiohead e dalla sezione ritmica di Joey Waronker e Mauro Refosco.
La formazione è l’insieme di un’idea di un suono elettronico che sa di tecnologia, di danza, di terra. Un malgama perfetto.
Maggiormente monolitico ed ossessivo, meno spaziale e raffinato dei lavori precedenti (mi riferisco ai Radiohead), Amok, affronta la materia “suono” in chiave strettamente ritmica, cioè studiando nell’elettronica, le possibili evoluzioni del rock libero, svitato, iconoclasta: il punto di partenza può dirsi il generatore di onde sinosoidali, l’oscillatore stesso, cioè un apparato in grado di ripetere all’infinito una determinata armonia, la cui successione ossessiva costituisca la fonte sonora assieme alle percussioni. La tecnologia sfruttata in ogni sua possibilità, questa è la consapevolezza degli Atoms For Peace.
Nove composizioni elettroniche che conservano il ritmo come “parte del nostro mondo”, come il senso immutabile di un divenire: il suono nasce, pulsa e va ad imputridire per poi rinascere ed avere altro corso, per sé e per gli altri, con una limpidezza che lascia sbalorditi.
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