Nick cave è un Grande musicista, questo va detto subito, ad onor del vero. Va detto soprattutto come riparo da pareri contrastanti e come salvaguardia di un “patrimonio” musicale tra i più interessanti degli ultimi trent’anni. Bisogna ricordare infatti che il nostro Nick, tra “Boys Next Door”, “Bad Seeds”, “Grinderman”, “Warren Ellis” e alcune colonne sonore, ha inciso ventisei dischi, quasi uno all’anno, mica bazzecole.
Quindicesimo con i Bad Seeds, a cinque anni dall’ottimo Dig!!! Lazarus, Dig!!! (2008), Push the Sky Away è un disco tranquillo e riflessivo con una manciata di brani di ottimo livello. Se per certi aspetti (personalmente) mi ricorda quel capolavoro mai superato di The Good Son (1990), l’album vive di propria luce, di personale autonomia. Nelle nove canzoni che compongono il disco, Cave, indossando i panni del songwriter, riesce a trasmettere sensazioni intense, cariche di atmosfere, a volte orchestrali, a volte rarefatte, tutte comunque dettate dalla peculiarità vocale, la sua.
Un disco rilassato quindi, disteso e soprattutto distaccato da quei suoni che ci aveva fatto conoscere con la prima ottima prova dei Grinderman del 2007 e l’ultima meno brillante del 2010 sempre targata Grinderman.
Le melodie dolci e pacate, con alcuni brani quasi folk, “confine” sonoro a cui Cave non si è mai particolarmente legato, non piacerà molto, senz’altro, agli amanti del Cave “elettrico” dove rabbia, energia e furore prevalgono nei padiglioni auricolari. Questo è un Cave ordinato e sereno, dove la liricità ha il sopravvento… un disco “fratello” di Murder Ballads, di Nocturama e del sopracitato The Good Son.
Bisogna ascoltarlo diverse volte per farsi coinvolgere dalle tonalità oniriche, commoventi e intense, di cui Cave è maestro, solo così ci si renderà conto della profondità di questo lavoro.
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