(or What We Did On Our Summer Vacation)
A quattro anni dal loro ultimo disco “Saturday Nights and Sunday Mornings”, i Counting Crows ritornano con un nuovo lavoro e questa volta è un disco di cover, spiazzando ancora una volta i loro fan. Ad Adam Duritz & co. infatti, una cosa su cui non si discute è la libertà di “scelta”, in poche parole fanno quello che gli pare senza filtri e costrizioni di sorta. Questa loro “scelta” gli permette di spaziare non solo con dischi variegati; dal vivo, in studio, di cover ma soprattutto con i tempi da loro scelti in base alle loro esigenze e non quelli dettati dalle Majors di turno. Dimostrazione è la scelta dei quindici brani che non appartengono ad un repertorio di canzoni famose o di facile ascolto ma scelte tra quelle che più piacevano a loro. Come risponde Duritz in una intervista: “Io sono un grande credente di una semplice regola, che qui non ci sono regole”. Insomma un gruppo “indipendente” nelle scelte e nelle esecuzioni della serie “prendere o lasciare”.
Underwater Sunshine miscela quindici brani di artisti del calibro di The Byrds, Fairport Convention, Big Star e altri meno conosciuti. La bella voce di Duritz e il suono dei compagni, estremamente compatto e pulito, rendono impossibile la scelta delle migliori, tutte sono di buon livello con una manciata di ottime, comunque tutte ben riuscite.
In sostanza, Sunshine Underwater è un’omaggio alla musica degli altri e soprattutto alla musica in generale, un omaggio che, visto che la “personalizzazione” e la maestria con cui è suonato e arrangiato, lo rende uno dei lavori più belli della loro discografia.
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