Neil Young è un artista imprevedibile, poliedrico, eclettico, dalle mille personalità. Un musicista che non finirà mai di stupire.

Così come alle sue produzioni più celebri degli anni settanta, dense di sapori e climi californiani, fece seguire musica sperimentale, uscendo poi con un disco di country nashvilliano e subito dopo con un episodio di hard rock, ora (siamo nel 1992) dopo “Freedom” (quasi interamente acustico) spiazza tutti con un doppio album dal vivo con il suo gruppo storico, i Crazy Horse, di tagliente, violento, sudatissimo rock americano.

Da subito ci si accorge che il sound è tirato, tostissimo, con chitarre elettriche lancinanti accompagnate da una asciutta ma potentissima ritmica. Questa immediatezza comunicativa, questo mostrarsi nelle intenzioni fin dalle prime note, questo stravolgimento dei vecchi hits, questa personalissima interpretazione dei brani lo fa accostare in maniera inequivocabile al miglior Bob Dylan, dal quale il “nostro” canadese ha preso molto e non solo dal punto di vista musicale; non a caso, tra i pezzi di questo “Weld” compare una versione davvero strana, ma non per questo poco affascinante, di “Blowing In The Wind”. Semplice omaggio al vecchio maestro o qualcosa di più?

L’album offre quasi due ore di grande musica, in cui Neil Young propone sedici brani tratti dal repertorio presente e passato. Accompagnato dai fidi “Crazy Horse”, Young riesce a creare un lavoro dal sapore agrodolce di grande fascino ed efficacia.

La bellezza delle composizioni è comunque così assoluta che anche chi avrebbe per istinto gusti musicali tesi verso sonorità più morbide o maggiormente sofisticate si fa trascinare dalla forza e dall’impatto dei Crazy Horse.

L’album si fa amare sin dal primo ascolto e riconferma il talento artistico di un personaggio che persegue, con cocciutaggine, la sua strada al di fuori dei classici compromessi e dei pasticci tipici del mercato discografico.

Il più bel album dal vivo di Mr. Neil Youg (& Crazy Horse), uno dei più bei album dal vivo della storia della musica rock. Rendiamo dunque onore e gloria al vecchio Neil.

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