Come si diceva, un nuovo disco va assaporato lentamente, se poi il disco in questione è dei Radiohead, allora la regola va moltiplicata. The King of Limbs non è un disco facile, chi conosce e ama i Radiohead è preparato a questo. Molte loro uscite hanno spiazzato e anche The King of Limbs, in parte, mantiene questa promessa. Chiamiamole ricerche, esperimenti, poco cambia, il loro percorso sonoro è sempre all’insegna dell’innovazione e dello stile progressivo.
Ora, alla domanda se il disco è bello o brutto, la mia risposta è che va al di là di questi aggettivi. The King of Limbs è un disco emozionale prima di tutto e come tale il nostro stato d’animo influisce molto sul giudizio.
Il suono a volte melodico, piacevole e godibile, a volte tortuoso, spigoloso e monotono, è un alternarsi sinusoidale di sensazioni uditive. E’ un “progetto” questo The King of Limbs, dove nulla viene lasciato al caso ma è parte integrante di un viaggio. Un viaggio urbano, un viaggio metropolitano nei nostri giorni, dove gioia e noia si mischiano, come quasi sempre accade.
In questo ultimo lavoro Thom Yorke e compagni confezionano un album “al nostro bisogno”, un bisogno che noi cerchiamo nei nostri gesti, nei nostri pensieri, nelle nostre speranze, nella nostra quotidianità. Il disco si modella alla nostra vita, al tempo che stiamo vivendo.
Un album complesso quindi, ma pur sempre un disco d’arte, con suoni in sintonia col vivere questi nostri anni duemila.
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