William Fitzsimmons è un musicista abbastanza atipico, lo si vede dal fisico, lo si sente dalle sue canzoni. Dalle increspature delle dita sulle corde della chitarra al tremolio dolce della sua voce. Paesaggi fatti di luce e ombre che attraversano la nebbia, dando un senso di tranquillità, fino alla commozione. Gioie, segreti, verità, profondi dettagli, sussurrati.
Lions è merce rara come raro e William Fitzsimmons, cantautore e musicista dall’aspetto devozionale, monastico, in viaggio alla ricerca di dare un senso alla condizione umana. Parla del senso di gratitudine per essere in grado di fare musica e allo stesso tempo vive un senso di inquietudine e di conflitto. Ecco infatti cosa afferma: “Più a lungo ho avuto la meravigliosa opportunità di scrivere e creare cose, e successivamente di condividerle con gli altri, più seriamente e preziosamente prendo atto di questo sforzo e responsabilità. E’ qualcosa che guardo con la massima gratitudine e rispetto. Eppure, allo stesso tempo mi ritrovo a fare arte in un campo che è in sé tutto e il contrario di tutto.”
William, figlio di due genitori ciechi, entrambi musicisti, è cresciuto con un vivo interesse per la musica. La sua formazione musicale è iniziata in tenera età con lezioni di pianoforte e trombone per poi passare ai strumenti a corda, mentre la sua formazione professionale è quella di consulente terapeuta di salute mentale.
Questi indizi danno la dimensione di un personaggio complesso, come si diceva all’inizio; la sua musica non è di facile spiegazione come non a caso egli stesso afferma: “Sinceramente non voglio dire troppo sulla musica, perché la verità è che se la musica ha valore, dovrebbe essere in grado di parlare da sola.”
Lions è abbastanza bello, con diverse canzoni velate, cariche di “impressioni” sussurrate nell’orecchio. Potrà annoiarvi o emozionarvi, ma in qualsiasi caso merita l’ascolto.
0 commenti