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La nostra sessantunenne Patti Smith non sente i segni del tempo, e ci regala questo bel disco di cover.

E’ facile pensare che un disco di cover sia un disco di comodo, un’uscita obbligata da contratti discografici, il riempire un vuoto creativo, insomma tutto fuorché un’opera vera e propria. No, niente di tutto questo. questo è un disco puramente voluto e sentito dalla nostra.

Patti Smith ha sempre amato rifare brani di altri autori, nella sua carriera ne ha inciso abbastanza, con le canzoni degli altri riesce a dare il meglio di se, riesce a plasmarli come fossero opere sue.

Per il titolo del disco non ha passato notti insonni, si chiama Twelve, dodici, come il numero delle canzoni incise. Sull’interpretazione invece, l’ex sacerdotessa punk ha fatto molto, cercando di ricreare e far sue alcune perle della storia del rock.

Queste dodici canzoni ci accompagnano per un’ora di musica piacevole, molto godibile. Un cd che sono convinto confidenzierà parecchio con i cd-player delle nostre auto.

Nel complesso l’album si mantiene su standard molto buoni con dei brani di grande effetto, tra le quali il quartetto più riuscito di: helpless (Neil Young) grande ballata, gimme shelter ( Rolling Stones) grande passione e grande voce, changing of the guards (Bob Dylan) perfetta è la parola giusta, the boy in the bubble (Paul Simon) ottima, più dell’originale.

Altrettanto riuscite, sono: are you experiened? (Jimi Hendrix) manca la sua chitarra è chiaro, ma Patti ci mette la sua voce, everybody wants to rule the world (Tears for Fears) semplice pop-song che però la Smith riesce a renderla al meglio, within you without you (Beatles) per pareggiare il conto con i Rolling Stones, tra le meno riuscite, white rabbit (Jefferson Airplane) con la voce di Grace Slick, probabilmente la nostra ci perde, ma nonostante tutto la Patti riesce a creare una grande canzone, di forza, soul kitchen (Doors) questa come quella dei Beatles è tra le meno riuscite, e per concludere le ultime tre del disco: smells like teen spirit (Nirvana) una delle canzoni più famose degli anni novanta, che Patti riesce a personalizzare come meglio non poteva, molto bella, midnight rider (Allman Brothers) in originale era molto blues, in questo caso diventa più rochettara, pastime paradise (Stevie Wonder) non conosco l’originale, ma questa versione è comunque ben fatta.

Ecco, questa è Patti Smith, Twelve è un disco bello, intenso e godibile. Niente di eccezionale e di eclatante, solo una serie di canzoni riviste con passione e con cuore.

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